Se è facile da capire è facile da fare

Il nostro cervello ha due sistemi, il sistema veloce e quello lento. Il sistema veloce è quello più immediato ed istintivo, quello lento invece è quello più razionale. Nella maggior parte dei casi ci piace pensare che le nostre azioni sono frutto del sistema lento, razionale. In questo modo abbiamo la percezione di avere tutto sotto controllo. E invece, nulla più sbagliato. Il nostro cervello agisce in modalità risparmio e quindi per l’80% delle nostre azioni si affida al sistema veloce.

Il sistema veloce entra è quel meccanismo per il quale si può rispondere alla domanda “quanto fa 3 x 3” anche mentre si è impegnati a fare tutt’altro. Quello lento entra in gioco se ad esempio la domanda è “quanto fa 24 x 72”. Come ci accorgiamo che abbiamo messo in moto il sistema lento? Semplice, per dare una risposta dobbiamo interrompere ciò che stiamo facendo. E’ ciò che succede quando dobbiamo parcheggiare l’auto: spegniamo la radio che fino a qualche secondo prima avevamo ad alto volume, per concentrarci meglio sull’azione.

Capire questa differenza è di grande aiuto nella progettazione di ux writing perché ciò che dobbiamo evitare affinché l’utente compia l’azione che desideriamo è che sia costretto ad azionare il sistema lento. Se progettiamo un percorso di testi scritti che può fare ad occhi chiusi, mentre ascolta la radio, o fa altre cose, abbiamo raggiunto un grande obiettivo.

In che modo può agire lo ux writing? E qui entra in gioco il titolo di questo post: “Se è facile da capire è facile da fare.” Ovviamente siamo tutti consapevoli che non è sempre cosi, ma è un inganno del nostro cervello, per cui è propenso a dare fiducia a qualcosa che sia chiaro e lineare e non gli procura sforzo cognitivo ed attribuire a quell’azione percezioni positive.

Immaginiamo ad esempio un form per l’iscrizione ad una newsletter, nello specifico il campo email. Ipotizziamo due possibilità di testo per indicare all’utente la richiesta dell’email:

1. Si necessita l’inserimento del suo l’indirizzo email”

2. Inerisci email

Secondo voi quale delle due frasi mette in moto, a nostro rischio e pericolo, il sistema lento del nostro utente? La prima indubbiamente.

Ecco perché si preferiscono forme attive, frasi brevi. Sovraccaricare un testo di parole, utilizzando forme verbali passive, rende il dialogo con il nostro utente molto più difficoltoso e poiché come abbiamo detto, se è facile da capire è facile da fare, si corre il rischio di perdere la fiducia dell’utente nel buon esito dell’azione a lui richiesta.

Oltre al testo conta anche il font: utilizzare un font che richiede uno sforzo di lettura per comprendere le parole potrebbe far desistere l’utente dal continuare.

Avere cura del modo con cui esponi i tuoi concetti, descrivi i tuoi prodotti, istruisci gli utenti su ciò che devono fare per portare a termini una determinata azione, è fondamentale affinché i tuoi contenuti risultino di facile comprensione e quindi di facile esecuzione.

Podcast N.0: Cosa sono gli Stati Vuoti e come possono essere migliorati con lo UX Writing

Benvenuto nel podcast n.0. Oggi ti parlo di:

  • cosa sono gli stati vuoti esempi: applicazione, carrello vuoto, ricerca online effettuata su e-commerce
  • esempio di stato vuoto e good ux writing: Canva
  • lo stato vuoto del carrello come migliora con lo ux writing
  • come trasformare un risultato di ricerca con esito negativo in un’opportunità per i tuoi utenti

 

Buon ascolto!

 

 

 

 

Scopri come lo ux writing migliora il tuo chatbot

Lo ux writing ti consente di incrementare e migliorare l’interazione tra i tuoi visitatori e il chatbot, uno dei canali più importanti per il tuo digital customer service.

L’avvento del chatbot ha migliorato notevolmente l’assistenza ai clienti sui canali digital. Esso determina un’esperienza utente soddisfacente e agevola il team di customer service, il quale viene coinvolto solo nei casi in cui c’è bisogno di un contatto umano per la risoluzione di un problema. Quindi riesce a soddisfare due obiettivi principali, migliorare la customer experience e ridurre i costi di gestione delle richieste in entrata.

Peccato però che nonostante la buona volontà delle aziende ad adottare strumenti innovativi come il chatbot, esso poi non dia i risultati sperati.

Molte aziende si lamentano che nonostante abbiano messo su un’impalcatura digital non indifferente, le persone continuano a preferire i canali tradizionali. Nonostante abbiano integrato il chatbot su ogni pagina del sito, esso non abbia sortito nessun risultato in termini di interazione.

E’ come se le persone di proposito tendessero ad ignorarlo. Eppure il chatbot diligentemente si apre ogni qualvolta c’è un visitatore sul sito e non aspetta altro che essere contattato. Ma niente accade. Il bot viene chiuso dall’utente alla stessa velocità con cui si apre.

Se chiedete ai responsabili di settore la risposta più ovvia, quella per così dire “pret a porter” che hanno sempre a disposizione è la seguente: “La nostra tipologia di utenza non è avvezza ad utilizzare i canali digital. Sono rimasti al caro vecchio telefono, preferiscono il contatto umano.” 

Quindi la risposta al fallimento dell’introduzione di un canale digital quale il chatbot non è dell’azienda ma dei clienti.  Ma davvero? Dopo anni in cui si discute di filosofia customer centric, l’unica risposta che sappiamo dare ai nostri risultati negativi è che sono i clienti ad essere stupidi, mica le nostre strategie.

Beh, se vuoi davvero raggiungere un risultato, credimi, è giunta l’ora per te di cambiare mentalità. Non è colpa dell’utente, ma di come tu hai integrato e disegnato il tuo chatbot. 

Se costringi i tuoi visitatori a pensare per capire cosa devono fare per interagire con il tuo chatbot, non stai facendo altro che allontanare i tuoi clienti. Quindi la prima lezione è questa: crea un percorso semplice e chiaro e per i tuoi clienti.

In che modo ti può aiutare lo ux writing? 

Crea il percorso più facile per l’utente

Organizzando i contenuti del tuo chatbot in modo da creare un percorso semplice per i tuoi utenti, attraverso piccoli testi disseminati lungo il tragitto per far compiere task precisi.

Consente all’utente di parlare con un bot senza rendersene conto

Anche se l’interazione avviene con un bot è importante che la conversazione sia più umana possibile. Con il chatbot accade quando riconosce l’utente e lo chiama per nome.

Previene gli errori dell’utente

Chiedere conferma su una determinata scelta del menù offerto dal chatbot è un esempio di ux writing: “Hai richiesto di parlare con l’assistenza clienti. Vuoi procedere Si, No”

Elimina i dubbi dell’utente

Ciao sono il tuo assistente virtuale.  I nostri agenti sono online dalle 9.00 alle 18.00. Consulta il calendario per poter parlare con il primo agente disponibile.”

Questa può essere ad esempio la soluzione giusta per un’interazione che avviene tra utente e chatbot quando il servizio clienti è offline. Essa chiarisce il dubbio principale: “In questo momento sto parlando con una macchina, ma quando posso parlare con una persona in carne ed ossa?”

Personalizza il tuo brand

I campi da personalizzare per un chatbot possono essere l’interazione iniziale, il saluto di benvenuto, oppure la domanda con cui si aggancia il visitatore e così via.

Ad esempio per una compagnia aerea il saluto di benvenuto potrebbe essere: “Ciao Paolo, benvenuto a bordo. Sono il tuo assistente virtuale. Con me troverai al volo tutte le informazioni di cui hai bisogno.”

Lo ux writing aiuta il chatbot a migliorare l’interazione con l’utente attraverso un’architettura delle informazioni in grado di creare un percorso chiaro, semplice che prevede una prioritizzazione dei contenuti.