Qualche giorno fa ho partecipato ad un corso per l’utilizzo di un’app e nel bel mezzo della formazione il docente ha iniziato a parlare di toast, senza specificare cosa fosse. Con grande naturalezza diceva: “Quando vi arriva un messaggio ricevete un toast, una volta ricevuto il toast dovete cliccare qui e aprirlo.”
La maggior parte dei partecipanti inizialmente ha riso, pensando che si trattasse di una battuta. Dopo un po’ però, poiché alla nostra ilarità non corrispondeva quella del docente, abbiamo capito che non stava scherzando affatto, ed è calato improvvisamente un silenzio imbarazzante su tutta l’aula. Credo che tutti, compresa la sottoscritta, in quel momento si siano sentiti abbastanza stupidi per aver frainteso ciò che diceva l’insegnante, tra l’altro con una tale naturalezza, da far sembrare chiunque non capisse un perfetto deficiente.
Fortunatamente, il suo accompagnatore in un moto di ascolto empatico, resosi conto dell’incomprensione da parte dei più, ci ha spiegato che questo benedetto toast altro non era che la notifica della ricezione di un messaggio e ci ha indicato dove la potevamo visualizzare. Ha anche aggiunto che si chiama così in quanto compare dall’alto verso il basso come quando salta il toast in un tostapane.
Ovviamente, trattandosi di platea giovane abbiamo iniziato a riderci su, facendo battute cretine sul toast, che avremmo preferito riceverlo su un piatto, che lo volevamo al prosciutto ecc… Battute sciocche, perché l’incomprensione a volte, fortunatamente, genera ilarità.
L’episodio del toast mi ha condotto ad alcune riflessioni:
- il tempo impiegato a chiarire un termine tecnico non compreso dai partecipanti è tempo sprecato
- quando il termine tecnico può essere sostituito con un termine di uso comune è doveroso utilizzare il secondo
- i docenti che utilizzano termini tecnici hanno paura che il proprio ruolo venga minato.
Analizziamo i tre punti:
- Valuta il tempo di apprendimento
Non dare per scontato il tempo di apprendimento di un’aula. Puoi trovarti di fronte partecipanti che masticano un po’ della tua materia e allora sarà tutto più scorrevole, così come puoi trovarti di fronte persone che sono lontane mille miglia da quello che stai dicendo loro e hanno bisogno di più tempo per seguirti. I termini tecnici contribuiscono ad allungare quel tempo, soprattutto nel secondo caso. Ecco perché è buona norma utilizzarli solo se è proprio necessario.
2. Fai la scelta del termine giusto
Quando ti trovi davanti alla scelta tra un termine tecnico e uno di uso comune, il secondo è quasi sempre la scelta vincente. Ovviamente dipende dal contesto. Ma se ti trovi davanti ad una classe che non mastica la tua stessa lingua puoi incappare in silenzi imbarazzanti e dover ripetere un passaggio più di una volta. Se il termine tecnico, come nel caso del toast, è legato ad un aneddoto simpatico da raccontare, lo puoi menzionare, ma sempre dopo esserti accertato che i partecipanti abbiano capito davvero di cosa stai parlando.
3. Non temere che il tuo ruolo venga minato
Il tuo ruolo verrà maggiormente riconosciuto quando sarai in grado di far capire a tutti la tua materia. Fare colpo con termini tecnici non ti aiuterà molto e rischi che la classe ad un certo punto non ti segua più.
Posso capire questo atteggiamento da chi è all’inizio. Ma la sicurezza acquisita nel tempo dovrebbe farti cambiare idea sul reale successo del tuo corso: esso va valutato in base alla tua capacita di rendere comprensibile ciò di cui stai parlando e non sull’abilità di darti un tono, utilizzando termini tecnici e poco chiari.
Cerca di rendere i tuoi corsi i più chiari possibili, non abusare di termini tecnici che in alcuni casi possono rovinare la fluidità dell’apprendimento e compromettere il clima di condivisione instaurato con la tua classe. Valuta il successo del tuo corso in base al coinvolgimento che sei riuscito a creare e al risultato di apprendimento che sei riuscito ad ottenere.