Fai attenzione a dove metti i piedi mentre mi leggi: storie di copy che funzionano

Brevi e coincisi…sintesi, sintesi, sintesi! È questo il mantra dei copywriter, essere brevi, sintetici, racchiudere in poche parole il tov dell’azienda, lo scopo e il pubblico.

Come siamo arrivati a questo?

La risposta è semplice: perché siamo consapevoli che l’attenzione delle persone è sempre di meno; più aumentano le informazioni a cui le sottoponiamo, più è difficile per loro avere spazio e tempo per i nostri messaggi. Vita frenetica, sovraccarico di notizie, distrazioni continue, device, piattaforme social: un messaggio per arrivare all’utente deve farsi largo tra un bel po’ di cose. E allora pensi, e questo è più che naturale, che devi urlare per farti sentire, ma così poi finisci per infastidire non per attrarre l’attenzione. Incuti timore e sortisci l’effetto opposto, ovvero l’utente fugge invece di fermarsi.

Però in tutte queste considerazioni che abbiamo fatto io e te, mio caro lettore, credo ci sfugga qualcosa: come mai i clienti, il pubblico, l’utente è pronto a farsi distrarre da tremila messaggi, da nuove app, nuove piattaforme social tranne che dal nostro messaggio?

E qui casca l’asino! Al contrario di quanto si possa pensare la gente non vede l’ora di essere distratta, incuriosita, distolta da quello che sta facendo. E l’asso nella manica non è per forza la sintesi. Al contrario ci sono dei copy di pubblicità storici o contemporanei, lunghissimi, che hanno avuto un enorme successo.

La gente è affamata di novità, è avida di qualcosa che la incuriosisca e la induca a fermarsi o che, mentre cammina, la faccia inciampare perché le ruba totalmente l’attenzione.

Non c’è guerra tra il copy breve o lungo, il punto non è questo, ma è quello di scrivere un messaggio per cui vale la pena fermare il proprio ritmo frenetico quotidiano e dedicare qualche minuto a cogliere un messaggio che ci ispira, ci rende migliori, ci fa immedesimare.

Prendiamoci le nostre responsabilità, non è colpa della lunghezza del testo, né delle parole che utilizziamo, ma è di come vogliamo creare un messaggio che irrompa nella quotidianità delle persone e le faccia cadere, inciampare, voltare la testa, sorridere, riflettere, innamorare.

Quando i nostri annunci dovranno chiedere scusa per aver distratto o rubato tempo alle persone, per averle fatte fermare, allora potremmo essere fieri di aver partorito un grande annuncio, lungo o corto che sia.

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